giovedì 16 febbraio 2017

Scarpellini, trema la politica: negli atti anche la sede del Pd

Sentito per tre ore il palazzinaro della Casta anche su tutti i contratti d’affitto, incluso il Nazareno. Va verso il giudizio immediato insieme all’ex capo del personale del Comune, Marra


Anche la sede del Nazareno. Sulla scrivania dei pm Paolo Ielo e Barbara Zuin ieri c’erano – per la seconda volta – una sfilza di contratti di affitto. E una serie di domande da rivolgere a Sergio Scarpellini, noto anche come “l’immobiliarista della casta”. E così, passando dal centrodestra al centrosinistra, con l’esclusione del M5S, i pm hanno chiesto conto del come, quando e perché un lungo elenco di politici – per ora secretato, come il verbale d’interrogatorio – si sia rivolto a Scarpellini anche per contratti di soli tre mesi. Contratti giustificati, ha spiegato l’immobiliarista, perché si trattava di affittare a chi, nella capitale, si sarebbe trattenuto solo per la durata della campagna elettorale. Con il vantaggio – ha spiegato – di tenere l’appartamento in utilizzo.

E tra gli affittuari più illustri c’è proprio la segreteria del Pd nazionale, per la sede di via Sant’Andrea delle Fratte dove ha sede il famoso palazzo del Nazareno. L’immobile, in realtà, appartiene a una confraternita di preti, ha raccontato Scarpellini, i quali, dovendolo restaurare, gli avevano chiesto consigli sul successivo utilizzo. E Scarpellini propose di restaurarlo a spese proprie, per poi subaffittarlo e guadagnarci su. Persino la sede del Pd, insomma, è rientrata nelle attività d’indagine che si avvia rapidamente verso la richiesta di un giudizio immediato. “Aspetteremo la richiesta di giudizio immediato e quindi l’acceso agli atti – commenta Remo Pannain, difensore di Scarpellini – per fare le nostre scelte difensive. Comunque Scarpellini è sereno e la sua difesa pure”. L’inchiesta vede indagato – sempre per corruzione, e tuttora in carcere – l’ex capo del personale della giunta capitolina, Renato Marra, che secondo l’accusa metteva nelle mani del costruttore la sua funzione di pubblico ufficiale. Era il 30 giugno quando, stando agli atti dell’indagine, Marra assicurava Scarpellini: “Sto a disposizione”. D’altronde, sempre secondo la procura di Roma, Scarpellini sarebbe stato generoso con Marra: gli ha pagato una parte dell’appartamento in via dei Prati Fiscali versando ben 360mila euro. La tesi dei pm è chiara: pochi mesi dopo aver lasciato la direzione del Demanio e del Patrimonio nel comune di Roma, Marra riceve “indebitamente, per l’esercizio dei poteri e delle funzioni inerenti gli incarichi, utilità economiche consistenti nella messa a disposizione di 367.850 euro” per comprare l’immobile che viene intestato alla moglie. Tesi confortata dal ritrovamento, da parte degli investigatori, di due assegni circolari – da 250 mila e 117 mila euro – emessi nel giugno 2013 “dalla Cassa Lombarda su richiesta du Scarpellini e tratti dal suo conto”.

Scrive il Gip: “La rilevanza dell’appoggio a Marra e la sua importanza strategica per Scarpellini, sono amplificate dall’ostilità mostrata in precedenza dal M5S. In tale situazione Marra rappresenta un significativo e indispensabile punto di riferimento per Scarpellini”, al quale sono necessarie, “ancor più rispetto al passato, viste le mutate condizioni politiche, la sua influenza e la sua capacità di interferenza per salvaguardare i propri interessi”.

FONTE:
http://www.ilfattoquotidiano.it/premium/articoli/scarpellini-trema-la-politica-negli-atti-anche-la-sede-del-pd/

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