mercoledì 29 marzo 2017

FINALMENTE UN GIUDICE CHE MASSACRA LA SERRACCHIANI: GLI E’ SCAPPATA LA VERITA’ SULLA PARASSITA. SCOMMETTIAMO CHE GLI STRONCHERANNO LA CARRIERA?


Un attacco ferocissimo è partito dal profilo Facebook di un giudice di Trieste contro la presidente della Regione Friuli Venezia-Giulia, Debora Serracchiani. Giorgio Nicoli, riporta la Stampa, non è neanche un giudice qualunque, visto che è stato il Gip dell’inchiesta Rimborsopoli sui consigliere regionali e i sospetti rimborsi spese ai gruppi consiliari. Sul social il magistrato avrebbe voluto rispondere alla domanda del consigliere comune di Fratelli d’Italia, Claudio Giacomelli, su quale fosse la “legge più dannosa approvata dalla Serracchiani”. Da quel momento al magistrato le dita sono partite incontrollate sulla tastiera.

Prima di pentirsi e cancellare tutto, Nicoli ha scritto sul suo profilo: “Mah… credo che era meglio se la Serracchiani non fosse entrata in politica… ma se anche lo ha… non cambia niente… danneggia tutti da destra a sinistra… il che è diverso dal meritarsi le critiche dell’opposizione… quello è normale in democrazia e va bene sempre… ma questa Presidente supponente e inconsistente lascerà dopo di sé il vuoto assoluto e credo che nessuno la rimpiangerà… una errore della Storia e basta”, con tanto di emoticon.

Al quotidiano triestino Il Piccolo ha provato a giustificare lo sfogo da semplice cittadino: “non in veste di giudice” come fanno “tanti medici che danno un giudizio pessimo sulla riforma della sanità”. Certo paragoni a parte, lo stesso Nicoli dopo un po’ si è accorto di aver esagerato e si è scusato di nuovo sul suo profilo: “Scusate, ho dimenticato per un attimo che le mie parole pootevano essere lette come qualcosa di correlato, anche solo alla lontana, al mio ruolo”.

La Serracchiani alla Stampa si è detta “sbigottita”, l’attacco ha pochi precedenti e di sicuro non resterà con le mani in mano: “Sono convinta che gli organismi competente sapranno cosa fare…”. E il fascicolo di Nicoli potrebbe presto arrivare sul banco del Consiglio superiore della magistratura.

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