giovedì 2 marzo 2017

SCANDALO CONSIP, ALTRI "BIG" DEL PD SONO STATI FINANZIATI. ECCO CHI SONO








Dal ministro Giulio Tremonti al commissario della spending review Enrico Bondi, passando per il premier Mario Monti, tutti a spingere affinché gli acquisti della pubblica amministrazione passino per Consip, la società del Ministero Economia e Finanze che dovrebbe gestire gli acquisti di scuole, enti locali e ministeri per razionalizzare la spesa pubblica.
Siamo andati a verificare come funzionano le cose per esempio nelle università e in alcuni comuni. Il paradosso è che invece di risparmiare, con gli acquisti centralizzati, si spende talvolta di più che andando dal fornitore di fiducia. E questo già per i piccoli acquisti di cancelleria, acqua per i laboratori, personal computer. Invece alcuni comuni hanno utilizzato i fornitori selezionati da Consip per servizi rilevanti come l’illuminazione pubblica, con pessimi risultati e costi superiori al previsto.
Ma come può avvenire tutto ciò? Chi fa i controlli in Consip sui fornitori, sulla loro serietà e sulla qualità dei prodotti? Chi ha controllato per esempio che i vincitori della gara per l’informatizzazione dei documenti del Ministero del Tesoro abbiano tutti i requisiti richiesti?
C’è poi la gestione dei grandi appalti. La Consip gestisce gare per i servizi di manutenzione di tutti gli edifici pubblici, comprese le scuole italiane. Parliamo di appalti da oltre un miliardo di euro che si dividono poche società. Chi sono e come sono entrate nel settore? Le stesse aziende, oggi, a dieci anni di distanza, si spartiscono come fossero un cartello, una grande fetta degli appalti Consip mentre da anni finanziano in maniera trasversale la politica italiana.
Il sistema adottato da queste imprese, i legami con la politica e gli amministratori della Consip emergono da alcune intercettazioni inedite di cui Report è venuta in possesso. La torta Consip è enorme: oggi Comuni, Province, Regioni, ministeri ed enti di ricerca spendono circa 115 miliardi di euro all’anno. Nel 2012 la Consip ha “presidiato” una spesa complessiva di oltre 30 miliardi di euro, bandendo gare su convenzioni e appalti specifici per un valore complessivo di 6,1 miliardi, mentre le amministrazioni hanno effettuato acquisti per 3,4 miliardi di euro.

NOTA DEL 29 SETTEMBRE 2015
 La Corte di Appello di Bari ha assolto l'ex ministro Raffaele Fitto dal reato di corruzione "perché il fatto non sussiste" nel processo di secondo grado La Fiorita. L'accusa riguardava una presunta tangente da 500mila euro pagata dall'imprenditore romano Gianpaolo Angelucci (assolto anche lui) sotto forma di finanziamento al partito di Fitto 'La Puglia prima di tutto'. In primo grado Fitto era stato condannato a quattro anni. Prescritti tutti gli altri reati.


PRECISAZIONE DI CAPGEMINI DEL 13/12/2013

AGENZIE DEL 09/07/2014

Appalti Napoli: Cassazione assolve imprenditore Romeo Decisione "senza rinvio" in inchiesta Global Service
(ANSA)- NAPOLI, 9 LUG -La Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio la sentenza con cui l'imprenditore Alfredo Romeo era stato condannato a tre anni di reclusione per corruzione, turbativa d'asta e rivelazione di segreto nell'inchiesta sugli appalti in Global Service. Annullamento pure per l'ex Provveditore alle opere pubbliche di Campania e Molise e per l'ex v.presidente della Provincia di Napoli Antonio Pugliese. Dichiarato inammissibile il ricorso della Procura generale contro l'assoluzione degli altri imputati.
DF
09-LUG-14 21:40 NNNN

Appalti Napoli: Cassazione assolve imprenditore Romeo (2)
(ANSA) - NAPOLI, 9 LUG - L'inchiesta della Procura di Napoli sugli appalti scattò nel 2008 e suscitò grande clamore. Al centro dell'indagine la gara, mai aggiudicata, per la riparazione delle buche stradali e il rinnovo dell'arredo urbano a Napoli. Secondo l'ipotesi accusatoria, Alfredo Romeo era riuscito a pilotare l'appalto grazie ad alcuni assessori comunali.
Al termine del processo con rito abbreviato, tuttavia, nel marzo del 2010, gli assessori Giuseppe Gambale, Enrico Cardillo, Ferdinando Di Mezza e Felice Laudadio furono assolti, mentre Romeo e l'ex provveditore alle Opere pubbliche Mario Mautone furono condannati per un episodio di corruzione. Nell'aprile del 2013 la Corte d'appello confermò l' assoluzione per gli assessori, ma inasprì la pena per Romeo e Mautone e condannò anche l'ex vicepresidente della Provincia di Napoli Antonio Pugliese. (ANSA).




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