Atac, altri sprechi: 4 milioni per la mensa Via alle perquisizioni per l'ultimo scandalo
L'inchiesta dei pm parte da una segnalazione del nuovo direttore generale
Patricia Tagliaferri
Roma - Mentre ai cittadini riserva un disastroso servizio di trasporto pubblico, contribuendo con i suoi conti perennemente in rosso all'altrettanto disastroso bilancio del Comune di Roma, l'Atac spende ogni anno 4 milioni di euro per mense e bar. Con gli stessi vertici dell'azienda che ignorano come vengano gestiti e soprattutto da chi.
E questa è soltanto una delle irregolarità su cui sta cercando di fare luce la Procura di Roma, che ieri ha disposto una serie di perquisizioni presso la società che gestisce il trasporto pubblico nella Capitale, la più grande azienda italiana del settore con i suoi 12mila dipendenti. Un pozzo senza fondo che ingoia risorse milionarie senza produrre servizi all'altezza, come dimostrano le continue disfunzionalità e il «rosso» record di oltre un miliardo di euro accumulato dal 2010 al 2014. Da quando si è insediato, lo scorso febbraio, il nuovo direttore generale di Atac, Marco Rettighieri, sta cercando di rimettere in riga l'azienda. È da un suo dossier, consegnato al procuratore capo Giuseppe Pignatone lo scorso maggio, che è partita l'inchiesta del pm Nicola Maiorano nella quale si ipotizza il reato di dichiarazione infedele di reddito. Il magistrato vuole capire che fine fanno i 4 milioni che l'Atac utilizza ogni anno per i pranzi dei dipendenti. Una somma importante, alla quale partecipano con una quota mensile gli stessi lavoratori, che poi possono mangiare con una spesa media di 4 euro a pasto. Ma l'azienda stessa non sa nulla di come vengono gestite nel dettaglio queste spese e ha poche informazioni anche sui responsabili e sui dipendenti di un servizio che negli ultimi anni, a quanto pare, sarebbe stato gestito senza appalti. Stando alle carte all'attenzione della Procura da imprese costituite da sindacalisti.
Per questo ieri la Finanza ha perquisito gli uffici del dopolavoro Atac-Cotral alla ricerca di documenti che facciano luce sulla gestione di questo e altri servizi. Si indaga non solo sulle mense, dunque, ma anche sui permessi sindacali retribuiti, che nel 2015 sarebbero costati 4,3 milioni di euro e un milione e mezzo solo nei primi quattro mesi del 2016, e sui costi delle forniture pneumatici per i bus. Tre criticità dell'azienda che lo stesso Rettighieri aveva denunciato in tre diversi fascicoli consegnati al procuratore capo e che ora si vanno ad aggiungere a quelle rappresentate in precedenza dall'ex assessore ai Trasporti Stefano Esposito sugli appalti della metro, sul caos del comparto mobilità e sui continui disservizi della linea ferroviaria che collega Roma al mare.
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