sabato 1 aprile 2017

"Di Battista e Grillo indagati? Accusa ridicola basata sul nulla". Cosi Franco Bechis sputtana i media di regime


(Franco Bechis – libero quotidiano) – Per una volta Beppe Grillo e Alessandro Di Battista hanno provato l’ebrezza più tipica di buona parte degli odiati giornalisti: essere iscritti sul registro degli indagati in seguito a una querela per diffamazione (strumento fra i prediletti dei politici per rispondere ad articoli di stampa non graditi). L’iscrizione è stata automatica dopo la presentazione nei loro confronti della querela da parte di Marika Cassimatis, l’attivista del M5s vincitrice delle primarie on line per candidarsi a sindaco di Genova che lo stesso Grillo ha annullato e fatto ripetere. La querela è stata presentata – insieme a un ricorso urgente per annullare le successive primarie con lei esclusa – come risposta per le motivazioni che Grillo stesso aveva dato con un post sul blog il giorno dell’esclusione (17 marzo scorso). In quel testo il fondatore del Movimento aveva accusato la Cassimatis e molti dei suoi candidati di avere «ripetutamente e continuativamente danneggiato l’immagine del Movimento 5 Stelle, dileggiando, attaccando e denigrando i portavoce e altri iscritti, condividendo pubblicamente i contenuti e la linea dei fuoriusciti dal Movimento 5 Stelle; appoggiandone le scelte anche dopo che si sono tenuti la poltrona senza dimettersi e hanno formato nuovi soggetti politici vicini ai partiti».

Quanto a Di Battista l’offesa verso la candidata esclusa sarebbe avvenuta in una video-intervista al Corriere della Sera dove aveva detto – in realtà con una certa genericità – che «ci sono persone non in linea con la nostra lotta e piuttosto che correre il rischio di ritrovarseli nel gruppo misto qualche settimana dopo si prende questa decisione». Parole abbastanza simili a quelle pronunciate da quasi tutti i parlamentari del movimento a cui era stata chiesta un’opinione sul caso.

L’iscrizione nel registro degli indagati – essendo un atto automatico – non comporta al momento ancora alcun giudizio sul contenuto delle presunte offese e sulle ragioni della Cassimatis. Più insidioso della querela è l’altro procedimento che è stato annunciato e dovrebbe essere stato depositato al tribunale civile di Genova per impugnare l’atto di annullamento delle primarie vinte dalla Cassimatis ovviamente annullando quelle successive: se l’istanza cautelare venisse accolta, molto probabilmente non ci sarebbero più i tempi tecnici per presentare una lista del M5s alle comunali di Genova.

Sui motivi però dell’esclusione della Cassimatis, mentre Grillo continua a non rivelarne i contenuti, sembrano convinti molti attivisti del movimento: l’accusa che le viene rivolta è l’eccessiva vicinanza con il sindaco di Parma Federico Pizzarotti, e anche con altri vecchi fuoriusciti M5s. Su questi rapporti è stato pubblicato una sorta di dossier dal sito http://www.laretenonperdona.it sotto il titolo «Cassimatis ortodossa? Dal 2014 al 2016 post compulsivi pro Pizzarotti». E via in fila la condivisione entusiasta («Ecco l’effetto Parma!») da parte della candidata genovese di un post di Pizzarotti in cui celebrava i suoi successi amministrativi il 3 novembre 2015, di una foto del sindaco di Parma l’8 aprile 2016, e perfino la proposta (nel novembre 2015) di assegnazione di un premio Nobel al Pizza per i successi ottenuti nella raccolta rifiuti. Tutti questi post entusiasti sono però precedenti alla formalizzazione della sospensione del sindaco di Parma (che avvenne nel maggio 2016), che segnò l’inizio della rottura definitiva, e in un solo caso la Cassimatis ha elogiato il modello Parma (sempre sui rifiuti) dopo che la tempesta era scoppiata: il 3 novembre dell’anno scorso. Rispetto al dossier reso pubblico le accuse di Grillo sembravano rivolte a fatti più recenti, addirittura avvenuti durante le primarie (e meno pubblici di post su FB, come colloqui all’interno di chat ristrette di attivisti), ma il succo sarebbe proprio quello: il timore era quello di una intesa con Pizzarotti ed altri espulsi (emiliani come Valentino Tavolazzi, Giovanni Favia e Andrea Defranceschi) che avrebbe poi portato a lacerare il movimento 5 stelle a Genova e perfino a una scissione verso la formazione politica nata da una costola grillina a Parma.

2 commenti:

  1. non capisco perchè un tribunale dovrebbe sentenziare sulla validità o meno delle comunarie di Genova visto che non c'è nessun atto legislativo che le disciplini

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  2. Molti luridi personaggi utilizzano il carro del M5S per i propri porci comodi.PIZZAROTTI NON SAREBBE NESSUNO SENZA IL M5S, DEVE TUTTO A GRILLO ma continua a danneggiare l'immagine di chi gli deve TUTTO!

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