mercoledì 19 aprile 2017

Effetto Raggi clamoroso: è saltata fuori una maxi truffa della più grande municipalizzata della Capitale


Tangenti e assunzioni facili all’Ama

dialoghi-choc all’esame della Procura

«Sono entrata pagando 17 mila euro». In una chiavetta Usb 36 minuti di registrazioni scottanti sul traffico di posti di lavoro. I fatti risalgono al 2012, l’inchiesta aperta dalla scorsa estate. Coinvolto un sindacalista



Nell’azienda municipalizzata più famigerata d’Italia, quell’Ama che di gentile ha soltanto il nome e in tempi recenti ha fatto respirare ai romani i peggiori miasmi - dalla Parentopoli targata Panzironi alle convulsioni del caso Muraro, dal video con un netturbino che sniffa cocaina alle foto choc dei maiali grufolanti attorno ai cassonetti - quest’esclusiva mancava. Se ne parlava con insistenza, per la verità. Più che una voce, era un mormorio indistinto, bisbigliato da operai, autisti e capisquadra tenendo la mano davanti alla bocca. «Non lo sai? Certo che per entrare in Ama si paga!» Bene, anzi male. Fino a che oggi, finalmente, quel labiale è stato decifrato. Esisteva un tariffario non solo per le promozioni – come scoperto dal Corriere quattro anni fa – ma anche per le assunzioni: 17 mila euro et voilà, la tuta arancione era pronta. E se qualcosa andava storto, la «stecca» saliva: un posto fisso d’altronde è oro colato, come dire di no?
L’inchiesta a Piazzale Clodio è appena agli inizi, ma promette scintille. Le prove del traffico di posti di lavoro sarebbero contenute in una registrazione segretissima sulla quale sta indagando il pm Alberto Galanti, uno dei magistrati del pool «reati contro la pubblica amministrazione» guidato dal procuratore aggiunto Paolo Ielo. Le indagini, affidate alla Guardia di finanza con ipotesi di reato che vanno dall’estorsione alla corruzione, ruotano attorno a una chiavetta Usb contenente due file, della durata complessiva di 34 minuti e 36 secondi. Il plico, corredato da un testo «esplicativo» scritto da persone ben informate sulle guerre interne, era stato recapitato la scorsa estate al segretario confederale della Cisl Giovanni Luciano, al segretario della Cgil Funzione Pubblica di Roma e del Lazio Natale Di Cola, all’ex presidente dell’Ama Daniele Fortini e all’allora capo del personale, Saverio Lopes. Tra i destinatari figurava anche il Corriere, ma l’indirizzo era errato. Intoppo oggi risolto, grazie a un ulteriore, riservatissimo contatto. E ora la chiavetta è qui, sbobinata parola per parola...

Le conversazioni risalgono a fine aprile 2012: in Campidoglio comandava un Alemanno già fiaccato dalle tegole giudiziarie, prima tra tutte quella legata alla valanga di assunzioni di favore garantite in Ama dall’amico manager Franco Panzironi. I protagonisti degli audio sono tre: lei, la Spazzina Infuriata, che ha materialmente azionato il tasto «rec» del telefonino, pronta a trascinare tutti dai carabinieri pur di riavere i soldi versati (a vuoto!) per far assumere il suo compagno; lui, il Mediatore d’affari, amico della dipendente raggirata, all’epoca in servizio presso un’altra municipalizzata, che cerca di metterci una pezza e le promette di restituirle il maltolto di tasca sua; e infine il terzo personaggio, il Sindacalista Colluso, la cui voce è a tratti tremante, forse nel timore che il tappo salti. Il primo file dura 8 minuti e 47 secondi e contiene due dialoghi. La Spazzina Infuriata alza la voce con il Mediatore. «Ah, aspetta! Ti voglio dire una cosa... Lui dice che la colpa è tutta la tua».

«Lui c’aveva paura che tu lo registravi, io c’ho parlato!»(si sta riferendo al Sindacalista Colluso)

«Si, co’ che caz... lo registro? Va be’, tu sappi ‘na cosa. Lui dice che i soldi te li sei tenuti te!»

«Sì, so tutto, non ti devi preoccupa’, non me metto a fa ‘na sola a te e *** (il convivente)».

«E io lo so, lo so, lo so…»(ironica)

«Qualsiasi cosa mettimi in mezzo a me, non a loro… Mi pare che fino a ieri stava tutto tranquillo…»

«E non è tranquillo! (strilla) Perché io vojo i sol-di!! Le soluzioni so’ due anni che non le trovamo… Comunque so’ 9 mila, non so’ più 26… E quindi adesso *** ha detto che se ne fa carico…» (la Spazzina Infuriata si sta riferendo al Sindacalista Colluso: i 26 mila euro potrebbero essere il totale versato dalla coppia per entrare in Ama, ed essendo lei stata assunta grazie al versamento di 17 mila euro, come risulta dal successivo colloquio, si può dedurre che il secondo posto fisso era stato promesso in sconto, a «soli» 9 mila euro)

«Tu non me le devi di’ a me ste cose! So tutto… Domattina, quando sei libera, mi fai uno squillo, in modo che io capisco che sei te e ti richiamo». (il Mediatore teme di essere intercettato)

«Ok, ciao». «Ciao».

Il secondo dialogo è della stessa giornata, 24 aprile 2012. A registrare è ancora lei, stavolta al telefono con il Sindacalista Colluso. «Pronto?» «Eh?» «Sì, ahò, io c’ho parlato con ***(l’amico Mediatore) Eh, niente... Ci dobbiamo vedere a tre, qualcosa non quadra!».

«Nun me posso mette a litiga’!».

«Guarda, fa’ come te pare! Lui dice che ce l’hai tutti te, tu dici che ce l’ha tutti lui. Lui dice che tu non mi dici niente perché c’hai paura che te registravo. Va bè, cose dell’altro mondo! Quindi adesso ci vediamo a tre e risolviamo… Perché io mi so’ rotta le palle d’aspettà».

«No, guarda, chiamalo e andiamo dai carabinieri tutti e tre…» (tono concitato)

«Vedetela voi, oggi è lunedì, anzi martedì… Io martedì prossimo ci devo ave’ tutti i 17 mila euro se no vado dai carabinieri da sola, io nun vado co’ nessuno…» (la Spazzina Infuriata non ammette repliche. Da notare la cifra in contrasto con la precedente)

«No, la finisco subito, ma stiamo a scherza’? Qui mica stiamo a gioca’, oh!»
«Io lo so che non stiamo a gioca’, perché c’ho rimesso tutto e tu lo sai».
«Guarda, adesso vado a fa’ ‘na denuncia nei suoi confronti. Mi sono rotto i cojoni, scusami, non ce l’ho con te(il Sindacalista Colluso passa all’attacco, rincara la dose) Non pensavo una cosa del genere! Guarda, ci vogliamo vede’ tutti e tre dai carabinieri?»
«Qualsiasi cosa tu decidi va bene. Io o c’ho i soldi o vado dai carabinieri. Cioè: nun c’ho alternative» (lei non demorde)
«Non ci sono problemi. Punto (ma ci ripensa subito)Allora facciamo così, tu fai quello che devi fare… (biascica, non si capisce bene) ...Se hanno fatto una truffa... Non voglio saperne più niente, quello che sta succedendo è gravissimo! Ognuno risponderà delle sue azioni. Allora a ‘sto punto non ci vediamo, se hai deciso…»
«No (lei è puntigliosa) Io non ho deciso niente! Cercavo solo di capire perché uno dà la colpa all’altro. Non voglio passa’ da cretina, eh!»
«Io non c’entro (abbassa la voce)sto fuori, ok? Ci sentiamo, ciao». E mette giù.





Il terzo colloquio risale al 28 aprile 2012 ed è il più vivace. Motore di un automezzo, sferragliare di cassonetti. Stridore di freno a mano tirato, sportello che si apre. Si salutano con un bacetto. La Spazzina Infuriata ha registrato quasi 26 minuti di dialogo per strada con l’amico Mediatore, che all’inizio le spiega come farà a pagarle la cifra dovuta («Allora, ho chiesto un finanziamento, poi la cessione del quinto… Quindi o uno o l’altro i soldi ce stanno…») I due alternano chiacchiere svagate («So’ sfinita, fa un caldo da morì»), confidenze («Come sta tu’ socera?»), sbotti di rabbia per la tangente versata «a buffo» e considerazioni amare su come tirare avanti nell’Italia della crisi: «Vuoi er posto? Lo paghi! Perché oggi il lavoro non c’è, ok. Io te li do, i soldi. Ma se lui non entra(il convivente), tu me li devi ridare su-bi-to, su-bi-to, su-bi-to!»
Il Sindacalista Colluso, presunto mandante della dazione di danaro, è il suo chiodo fisso. La Spazzina Infuriata torna a parlarne. «Loro se sarebbero potuti para’ er c... diversamente. *** è stato fortunato perché di mezzo ci sei tu e la famiglia nostra, se no da mo’ che era zompato».
Ma il Mediatore lo difende, gioca su entrambi i tavoli. «Ci sta la magistratura dentro, da voi! Lui è l’unico che non centra un caz... L’unico! Se lo so’ inc… due volte!»
«Facessero come je pare, ma sta rischiando… Poi è la spocchiezza con la quale te parla, capito? Se *** entrava (fa ancora il nome del compagno)tutto questo non sarebbe successo!»
«No, è un fatto…Il fatto è che loro(si riferisce probabilmente ai delegati sindacali) c’hanno tutto controllato… Se l’Ama tira fuori un euro, dicono: che è st’euro, a chi lo devi dà? A loro non j’entra manco uno spillo ar c…». Fino a che lei, la Spazzina Infuriata, sbotta. «Io diciassettemila euro je l’ho dati, però! Uno sull’altro…. Ta-ta-ta! Tutti contanti!» (la frase è gridata, e questa sembra una prova alquanto eclatante) 

Non solo AMA, lo scandalo travolge anche l'ATAC

Assunzioni a pagamento nelle municipalizzate, lo scandalo si allarga. All’indomani della pubblicazione sul Corriere dei dialoghi tra una spazzina infuriata che aveva pagato 17 mila euro per entrare in Ama, un mediatore incaricato di raccogliere le tangenti e un sindacalista colluso, presunto mandante delle operazioni illegali, dal fascicolo aperto in Procura emergono altri elementi inquietanti. Il primo è che non si sarebbe trattato di casi isolati: le modalità di accesso nell’azienda rifiuti erano per così dire «standardizzate», grazie al versamento di cifre oscillanti tra i 15 e i 20 mila euro e l’intercessione di esponenti legati alla Cisl almeno fino al 2012, epoca dei fatti. Ma non basta. Il pm Alberto Galanti, che sta cercando riscontri a quanto contenuto nella chiavetta Usb e in un foglio allegato al plico, si è infatti trovato di fronte uno scenario più ampio: il «sistema Ama», a quanto pare, vigeva anche in Atac. «Ahò, ma che non lo sai?..»

La novità emerge dal dialogo più lungo, quello di quasi 26 minuti, tra l’operatrice ecologica che protesta in quanto non ha avuto indietro i soldi versati (invano, il tentativo è fallito) per far entrare in Ama il compagno («so’ novemila euro, li rivojo su-bi-to!»), e il mediatore d’affari, che invece fa l’operaio in Atac. I due stanno parlando (lei molto male: «Io vado dai carabinieri, deve suda’ freddo!») del terzo personaggio presente nei file audio, vale a dire il sindacalista, presunto mandante delle dazioni di danaro. L’intermediario sta spiegando alla spazzina, sua amica, che se è stato evasivo al telefono un motivo c’è...
«C’aveva paura che lo registravi!»
«Sì, va be’, ma è un co...!»
«...Perché una collega tua l’ha fatto, una della tua zona... co’ la borza aperta... C’aveva er microfono dentro...»
«Se vede che se lo merita, perché è un co... (ripete il concetto più volte) Stanno a fa’ troppi impicci!»
«Ah *** (la chiama per nome) io solo nun so’ entrato pagando... Io solo! Io all’Atac non ho pagato!»
Eccola, la frase chiave, dal sen fuggita. Il mediatore sta bluffando? Non sembra proprio, non ne avrebbe motivo. Pare al contrario convinto, sincero. L’estensione del «sistema Ama» all’azienda trasporti, d’altronde, avrebbe una sua logica: nella «filosofia» di quel sottobosco di traffichini e reggicoda che operano all’ombra delle municipalizzate, le varie aziende sono infatti considerate un unicum, una specie di gigantesca greppia, una maxivacca da mungere. E la conferma viene dalla battuta successiva della netturbina. «Se il co... invece di farlo entra’ all’Ama (da intendersi: invece di tentare di farlo entrare...) j’aveva trovato un’altra sistemazione!»

Ecco il foglio inserito nel plico con la chiavetta Usb contenente le registrazioni sulla presunta compravendita di posti in Ama. Il materiale è stato inviato la scorsa estate (oltre che al Corriere) a due sindacalisti (Natale Di Cola, della Cgil romana, e Luciano Giovanni, della Cisl nazionale), all’allora presidente dell’Ama, Daniele Fortini, e al capo del Personale, Saverio Lopes. I tratti di pennarello nero tutelano l’identità dei soggetti chiamati in causa. Alessandro Bonfigli, della Cisl, coinvolto nell’inchiesta del 2012 per la vicenda dei «regali» in Ama in cambio di promozioni, è uscito indenne dall’indagine, in quanto la magistratura ha ritenuto non esistessero estremi di reato

Lo scandalo delle assunzioni facili, insomma, avanza. Il «modello» in vigore in via Calderon de la Barca quasi 5 anni fa (secondo molti in parte ancora funzionante) era ben rodato, ci raccontano oggi i botta e risposta finiti sul tavolo del magistrato. Oltre alla spazzina in pena per il convivente, per sua stessa ammissione entrata grazie a una megamazzetta in banconote fruscianti («Io però diciassettemila euro je l’ho dati, uno sull’altro…. Ta-ta-ta… In contanti!»), anche la donna dell’intermediario aveva beneficiato di identica via preferenziale.
È lui stesso, per consolarla del recente intoppo, a ricordarle come andò, tra mille complicazioni. «Allora mo’ te spiego quello che te dicevo di *** (fa il nome di sua moglie) Sai che ha fatto quel fijo de na mignotta? ... J’aveva chiesto settemila, tutto a posto... Beh, je portamo ‘sti settemila... Allora semo annati alla prova del dunque (si sta riferendo al test preliminare di guida dei camion) ma dicono ‘no, vattene vattene, c’hanno beccato’...» Posto fisso addio? No, macché, era soltanto un trucco per alzare la posta, spiega... «Me dicono ‘ne servono altri novemila per fa’ sta’ zitto uno’... Capito? Quindi settemila pattuiti e novemila quando è annata alla prova...». E fanno 16 mila euro, perfetto: il conto torna.
D’altra parte, motteggiano la spazzina e l’amico mediatore più avanti, «se qualcuno sgarra deve zompa’ per aria». Si stanno riferendo a un altro sindacalista, di appartenenza Cisl all’apoca delle registrazioni, citato anche lui nel foglio «esplicativo» allegato alla chiavetta Usb che, la scorsa estate, ha dato il via all’inchiesta. Il «sistema» resta la spiegazione di tutto. Se «è logico paga’ perché il lavoro nun se trova» il motivo è il solito, «questa è la politica, fanno sempre così… Perché so’ tutti figli de politici, nipoti…», insiste il mediatore. Il quale, verso la fine, si lancia in un’analisi più ardita, secondo lui utile a spiegare l’«accanimento» che nel 2012 era già in corso contro le assunzioni di parenti e amici. «Purtroppo c’è la magistratura di mezzo, adesso… Ci sono i finanzieri dentro,perché l’Ama la vuole Car-ta-gi-ro-ne, capito?... L’Ama, l’Atac o l’Acea la pija Car-ta-gi-ro-ne, stai tranquilla, sicuro al cento per cento…». Se lo dice lui... Nelle municipalizzate tornate per l’ennesima volta nella bufera, a quanto pare, sono in servizio anche i maghi della finanza capitolina...


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