mercoledì 15 marzo 2017

Appalti ai Casalesi: Ecco i nomi dei politici coinvolti


NAPOLI - Sessantanove tra politici, imprenditori e boss sono stati arrestati dalla Guardia di Finanza nell’ambito di un’operazione che ha fatto luce sulle irregolarità negli appalti di svariati Comuni del Casertano e del Napoletano. Arrestati l’ex assessore regionale campano - attuale consigliere regionale Ncd - Pasquale Sommese, l’ex sindaco di Pompei Claudio D’Alessio, l’ex sindaco Pd di San Giorgio a Cremano Domenico Giorgiano, il sindaco di centrodestra di Aversa Enrico De Cristofaro, il direttore dell’Adisu Claudio Borrelli e la Soprintendente archeologica della Campania Adele Campanelli. E ancora l’ex sindaco di Casapulla Ferdinando Bosco, il sindaco di Riardo Domenico De Cristofaro, professori universitari, commercialisti, ingegneri e faccendieri.
Il sistema
La corruzione, è emerso dalle indagini, era alla base dell aggiudicazione delle gare. I reati contestati, a vario titolo, sono corruzione, turbativa d’asta e concorso esterno in associazione con il clan dei casalesi, frazione Zagaria. Tra i destinatari della misura cautelare molti nomi noti della politica campana. Le indagini sono di un pool di cinque pm - Catello Maresca, Maurizio Giordano, Gloria Sanseverino, Luigi Landolfi e Alessandro D Alessio - coordinati dal procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli. Le indagini delegate al nucleo di polizia tributaria sono coordinate dal colonnello Giovani Salerno. Grazie alla corruzione generalizzata, il clan Zagaria riusciva ad aggiudicarsi appalti in Campania, in particolare nel settore dell’edilizia.
Il restauro della villa vesuviana nella città di Troisi
Sono diciotto gli appalti irregolari accertati dalla Guardia di Finanza. Tra questi, l’appalto per il restauro di Villa Bruno a San Giorgio a Cremano, una delle rinomate ville vesuviane del cosiddetto «Miglio d’oro». A questa gara è dovuto il coinvolgimento dell’ex sindaco della città, Domenico Giorgiano. L’inchiesta è il seguito di quella che, un anno fa, portò all’arresto dell’imprenditore Alessandro Zagaria, ritenuto legato al clan omonimo: Zagaria era accusato di essersi aggiudicato illecitamente l’appalto per la ristrutturazione di palazzo Teti Maffuccini a Santa Maria Capua Vetere (Caserta).
Illegale anche un appalto alla Mostra d’Oltremare
Tra gli appalti illegali anche quello per la ristrutturazione di due padiglioni della Mostra d’Oltremare, dove sabato scorso ha tenuto il suo comizio il leader della Lega Matteo Salvini.
L’impianto di cremazione al cimitero di Pompei
Tra gli appalti ritenuti aggiudicati in modo illecito ci sono anche quelli per la costruzione dell’impianto di cremazione del cimitero di Pompei, quello per la costruzione del museo archeologico di Alice, quello per la valorizzazione dell’area della Gaiola e della Villa di Pollione a Posillipo. Della lista fanno inoltre parte l’appalto per l’adeguamento dell’immobile da destinare a Casa dello studente di Aversa è quello per il restauro della torre civica medievale di Cerreto Vecchio.
Il ruolo dell’ex assessore
Secondo l’accusa Pasquale Sommese, ex assessore regionale, «si impegnava a garantire il finanziamento dell’opera» di volta in volta oggetto dell’appalto «ed in cambio otteneva denaro ovvero sostegno elettorale. Talvolta indicava espressamente il nome dell’imprenditore che avrebbe poi dovuto eseguire i lavori pubblici che egli stesso aveva fatto finanziare». L’ingegner Guglielmo La Regina «grazie agli accordi con vari ordini professionali di Napoli e Caserta riusciva a far inserire nelle commissioni di gara soggetti a lui vicini e consenzienti, i quali a loro volta veicolavano l’aggiudicazione dei pubblici incanti alle ditte che erano state segnalate dai suoi complici. Tutto ciò - si legge in una nota a firma del procuratore facente funzioni Nunzio Fragliasso - in cambio di d’azione e di promesse di somme di denaro e di altre utilità in favore di sindaci. Funzionari degli enti appaltanti e commissari di gara ovvero attraverso il conferimento di incarichi professionali i. Ulteriori procedure pubbliche». Guglielmo La Regina, già coinvolto nell’inchiesta su palazzo Teti Maffuccini, sfruttando le sue conoscenze personali riusciva a garantire i finanziamenti pubblici delle opere.
I motivi dell’archiviazione per Graziano
«Su Graziano abbiamo svolto indagini su fatti oggettivi, in tre mesi giungendo alla conclusione che quei fatti non erano significativi. L’alternativa sarebbe stata non fare indagini». Lo ha detto il procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli nel corso della conferenza stampa rispondendo a una domanda sull’archiviazione delle accuse nei confronti di Stefano Graziano, l’ex presidente del Pd che fu indagato nell’ambito dell’inchiesta su palazzo Teti Maffuccini con l’accusa di concorso esterno in associazione camorristica. L’accusa fu prima derubricata in corruzione elettorale e successivamente archiviata dal gip di Santa Maria Capua Vetere, cui erano stati inviati gli atti per competenza territoriale.

ECCO I NOMI DEI POLITICI COINVOLTI DALLE INDAGINI: LEGGI QUI


FONTE:


http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/cronaca/17_marzo_15/appalti-corruzione-arrestati-politici-imprenditori-boss-435ab012-0949-11e7-952d-19093d858d07.shtml

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