martedì 4 aprile 2017

PUBBLICO IN DELIRIO! DI BATTISTA AFFOSSA IN UN FACCIA A FACCIA FRANCO E LORIS!



Alessandro Di Battista (Roma, 4 agosto 1978[1]) è un politico italiano, deputato della XVII legislatura della Repubblica Italiana con il Movimento 5 Stelle.
È nato a Roma da genitori di Civita Castellana[2], figlio di Vittorio, già consigliere comunale nelle file del Movimento Sociale Italiano[3]. Si è diplomato al liceo scientifico Farnesina della capitale con 46/60[4] e, dopo essersi laureato in discipline dell'arte, della musica e dello spettacolo (DAMS) presso la Università di Roma Tre ha conseguito un Master di secondo livello in tutela internazionale dei diritti umani all'Università degli Studi di Roma[1]. Successivamente ha lavorato un anno come cooperante in Guatemala, occupandosi di educazione e progetti produttivi nelle comunità indigene[2].

Nel 2008 si è occupato di microcredito e istruzione in Congo-Kinshasa. Lo stesso anno si è occupato di diritto all'alimentazione per conto dell'UNESCO[5][6][7]. Ha inoltre collaborato col Consiglio italiano per i rifugiati, la Caritas e Amka onlus (organizzazione non governativa dedita alla realizzazione di progetti di sviluppo per i paesi australi)[6][7].

Nel 2010 è stato in Argentina, Cile, Paraguay, Bolivia, Perù, Ecuador, Colombia, Panama, Costa Rica, Nicaragua, Guatemala e Cuba per scrivere il libro Sulle nuove politiche continentali[6].

A partire dal 2011 ha collaborato con il blog di Beppe Grillo pubblicando reportage sulle azioni di Enel in Guatemala.[5]

Nel 2012 gli è stato commissionato un libro sui sicari sudamericani da parte della Casaleggio Associati. È quindi partito per Ecuador, Panama, Guatemala e Colombia e a fine anno ha pubblicato l'eBook Sicari a cinque euro, edito da Adagio (Casaleggio Associati), nel quale analizza l'origine del fenomeno del sicariato e propone alcune possibili soluzioni[8][9].

Attività politica[modifica | modifica wikitesto]
Nel 2008 si è candidato con la lista Amici di Beppe Grillo alle comunali di Roma[5]. Entra poi nel Movimento 5 Stelle di cui diventa portavoce per il Lazio[2]. Nel dicembre 2012 si è candidato alle "parlamentarie" del Movimento 5 Stelle, risultando con 313 voti al 4º posto per la circoscrizione Lazio 1 della Camera dei Deputati[10]. Alle elezioni politiche italiane del 2013 è stato poi eletto deputato nella medesima circoscrizione. Dal 7 maggio 2013 al 20 luglio 2015 è stato vicepresidente della commissione Affari esteri e comunitari[1].

Il 7 agosto 2016, con il costituzione coast to coast, intraprende un tour elettorale in moto per promuovere il "No" al referendum sulla riforma costituzionale Renzi-Boschi.[11]

Controversie[modifica | modifica wikitesto]

Di Battista con Roberto Fico e Luigi Di Maio.
Il 20 maggio 2014 nel corso della trasmissione Bersaglio Mobile ha fatto riferimento ai parlamentari Giuseppe Civati e Gianni Cuperlo (PD) accostandoli alla parola mafia dicendo:

« La mafia è Civati che è costretto a restare in un partito in cui ha pagato 35mila euro per stare in Parlamento [...] La mafia è Cuperlo che ha buone idee e cita Berlinguer, ma per stare su quello scranno accetta le porcate perché glielo chiede il partito »
([12])
In seguito alle polemiche scaturite ha affermato che in quelle dichiarazioni si riferiva a una "mafia del compromesso" che non consente di affrancarsi dal partito a persone intelligenti come Cuperlo e Civati. I due deputati non hanno sporto querela e Civati ha affermato di aver ricevuto le scuse private via SMS.[13]

Il 16 agosto 2014 compare sul blog di Beppe Grillo un suo lungo post dal titolo "ISIS, che fare?"[14] che suscita vivaci reazioni. In particolare a fare scalpore è la frase:

« Dovremmo smetterla di considerare il terrorista un soggetto disumano con il quale nemmeno intavolare una discussione. Questo è un punto complesso ma decisivo. Nell'era dei droni e del totale squilibrio degli armamenti il terrorismo, purtroppo, è la sola arma violenta rimasta a chi si ribella. È triste ma è una realtà. Se a bombardare il mio villaggio è un aereo telecomandato a distanza io ho una sola strada per difendermi a parte le tecniche nonviolente che sono le migliori: caricarmi di esplosivo e farmi saltare in aria in una metropolitana. Non sto né giustificando né approvando, lungi da me. Sto provando a capire. Per la sua natura di soggetto che risponde ad un'azione violenta subita il terrorista non lo sconfiggi mandando più droni, ma elevandolo ad interlocutore »
([15]. Successivamente avrà modo di chiarire che quelle parole non si riferivano all'ISIS, bensì ad Hamas[16])
Il 14 febbraio 2015 viene citato in un articolo del New York Times come vincitore di una speciale classifica delle bugie più grandi dell'anno 2014. L'articolo fa riferimento a una frase pronunciata da Di Battista a una manifestazione al Circo Massimo nella quale, descrivendo la situazione della Nigeria definito "paese tranquillo" dal ministro Beatrice Lorenzin, replicò "Il 60% è in mano a Boko Haram, il resto del paese è in mano ad Ebola", tesi smontata dal NYT avvalendosi anche di dati provenienti dall'Organizzazione Mondiale della Sanità.[17][18]

Il 31 marzo 2017 viene indagato dalla procura di Genova insieme a Beppe Grillo con l'accusa di diffamazione in relazione alle affermazioni contro Marika Cassimatis, vincitrice delle primarie online in vista delle elezioni comunali del capoluogo ligure e sconfessata dal Movimento perché ritenuta vicina a militanti fuoriusciti come Paolo Putti (candidato a Genova cinque anni prima) e Federico Pizzarotti (sindaco di Parma); Di Battista in particolare aveva evocato intervento drastici contro chi, a suo parere, non era in linea con il Movimento.[19]

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